Felicità Eroica

Reportage

L’Eroica ha lo stramaledetto potere di spiazzarti quando meno te lo aspetti. Basta un niente, e ti lascia dentro persone, cose, immagini e sensazioni. Per sempre. Scrive Jacek Berruti, figlio dell’eroico per eccellenza, Luciano, il numero uno, scomparso 2 anni orsono, “L’Eroica è un rullo di tamburi che comincia ad echeggiare nel quotidiano quando è ancora lontana quella prima domenica di ottobre. Poi il rullo di tamburi sale e desta la mia attenzione, è ora di prepararsi: c’è la bici da oliare, l’abbigliamento da far tornare a respirare, le scarpe in cuoio da lucidare. In un lampo è già partenza e mi ritrovo a faticare, a mangiare polvere e sentire quel rumore di strada bianca sotto le ruote. E se in quel momento mi chiedono di definire la felicità, gli rispondo: Eroica”.
Nata nel 1997 da un’idea di Giancarlo Brocci, è una ciclostorica che si svolge sulle strade bianche toscane, con partenza e arrivo a Gaiole in Chianti, in provincia di Siena. Non è una gara, non ci sono vinti né vincitori, ma è una festa, la festa di un ciclismo che fu, quello eroico appunto. “La bellezza della fatica, il gusto dell’impresa”, lo slogan coniato proprio da Giancarlo Brocci. E qui fatica, impresa e bellezza vanno di pari passo, su e giù per i continui saliscendi del Chianti e della Val D’Orcia, tra vigneti, uliveti e cipressi, in un’emozionante tintinnio di ruote che solcano i sassi delle rinascimentali strade bianche, oggi preservate proprio dalla presenza importante della stessa Eroica. Per poter partecipare, ci sono dei requisiti fondamentali: bicicletta anteriore al 1987, pedali muniti di fermapiedi e cinghietti, il passaggio dei fili dei freni sopra il nastro manubrio. E poi abbigliamento d’epoca, maglie e pantaloncini di lana, in un contesto rievocativo sì ma foriero di un messaggio: il ritorno ad un ciclismo vero, pulito, lento e non tecnologico, basato sulla sofferenza che entra nel cuore della gente, come i miti Coppi e Bartali. Un ciclismo capace di insegnare i bisogni veri, quelli legati al sacrificio che cerca i limiti del proprio fisico, quando sete, fame, stanchezza si fanno sentire con tutta la loro intensità. E’ un ciclismo in grado di diffondere rispetto e creare legami tra avversari leali.
La vigilia del sabato la felicità è già montante. Le strade di Gaiole sono in festa. Il mercatino profuma di officina. Ma la testa di tutti, si vede e si sente, è già al giorno dopo, a quella che sarà la prima domenica di ottobre. C’è chi si alzerà alle 3 di notte, per poter prendere parte al percorso lungo, quello dei 209 km, come Paolo Rinaldi, alias Gino Bartali per il gruppo degli amici eroici. Lunedì, al telefono, dirà: “E’ stato fantastico, qualcosa di indescrivibile. Pensavo di non riuscire a completare il percorso, invece quando sono arrivato, alle 9 di sera, avrei fatto altri 100 km ancora. L’aspetto più affascinante dei 209 km  è la partenza alle 4.30 del mattino. Arrivando sulle colline che precedono Radi, inizia a sorgere il sole, creando, ogni secondo, una ‘cartolina’ che, in prima battuta, mi suscita il desiderio di catturarle tutte, per possederle, ma è solo un desiderio che dura il tempo di un lampo perché poi realizzo che anche io, anche noi, facciamo parte di questa meravigliosa rappresentazione e che la soddisfazione viene dal vivere questo momento, che non può essere fermato o replicato”. E poi ci sono altri percorsi: quello dei 135 km, quello nuovo dei 106, dedicato quest’anno a Felice Gimondi, quello degli 81, e infine la passeggiata di 46.
E’ finalmente domenica 6 ottobre. L’aria è fredda, bisogna coprirsi bene per non congelarsi in discesa che dalla partenza ti porta fino alla prima asperità, quella del Castello di Brolio. Qui le fiaccole ancora accese ci ricordano chi è passato prima dell’alba. La salita non è impegnativa ma bella e affascinante. Al pari della discesa successiva. Pochi km ed ecco il famoso Leccione, splendido albero tutto da abbracciare, sotto il quale perse la verginità la Lucy Harmon del film “Io ballo da sola”, di Bernardo Bertolucci. Si prosegue verso Pianella. Da qui i percorsi si diramano. Da qui gli Eroici vivranno le proprie avventure, fatte di sudore, fatica, impresa e felicità.
E’ una festa del ciclismo e un inno alla bicicletta – afferma il ct della nazionale italiana di ciclismo, Davide Cassani, anche lui eroico per un giorno – Oggi è stata una grande giornata, uno spettacolo, un divertimento vero e proprio“.
Non importa quanti chilometri farai. Qualsiasi scelta sarà comunque una sfida con te stesso, fino alla fine, fino al traguardo di Gaiole. Qualsiasi percorso sarà comunque Eroica. Sarà sicuramente felicità.

🇺🇸 Leggi tutto l’articolo “The Happiness of L’Eroica“, su Peloton Magazine.
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(Gaiole in Chianti, Siena – 6 ottobre 2019)
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