Un vortice di appuntamenti, il circuito virtuoso di ville, piazze e chiese pronti ad accoglierli, una festa lunga sedici giorni che poggia su eccellenze di cultura, gastronomia e turismo ecosostenibile che può dialogare con il mondo. Tutto questo è “Due Settimane a Supermilano”, un progetto che sulle Terre di Expo, negli spazi e territori a ridosso di quella che sarà la grande mostra espositiva, dà vita a un nuovo polo turistico in grado di attrarre un pubblico vasto e multiforme. La kermesse, che aprirà i battenti da sabato 29 marzo a domenica 13 aprile 2014, coinvolge 20 Comuni, 400 mila abitanti, 300 associazioni culturali, sociali e sportive e 22 mila aziende. Di tutto questo e di altro ancora ne abbiamo parlato con Giancarlo Cattaneo, Project Manager di Supermilano.
Partiamo subito dal nome della manifestazione, “Due settimane a Supermilano”. Di cosa si tratta? E perchè quel nome, ovvero Supermilano?
«La manifestazione è la naturale evoluzione dell’iniziativa “Una settimana fra le Groane”, nata nel 2008 con l’intento di valorizzare i beni artistici e architettonici del territorio. Il concetto era semplice ed efficace nello stesso tempo: aprire i beni, reclutare dei volontari fra gli studenti delle scuole superiori e dell’università, formarli come guide per i visitatori, e realizzare delle iniziative, come spettacoli, eventi, mostre e laboratori, all’interno dei beni aperti, organizzati dalle Associazioni del territorio del nord Ovest Milano. L’iniziativa ha subito avuto successo registrando quasi 30.000 visitatori. Nel frattempo è nato Supermilano, un sistema culturale che comprende 20 Comuni di quel territorio. Il progetto si è ampliato sempre di più ed è diventato uno degli eventi di riferimento dell’intero territorio».
Un vero motore organizzativo che fa leva soprattutto sul volontariato.
«Molte sono le Associazioni e gli Enti che chiedono di organizzare eventi al suo interno; le guide volontarie sono un vero e proprio esercito di circa 300/350 persone, le quali seguono un percorso formativo ben preciso e che hanno sviluppato un’approfondita conoscenza del patrimonio artistico e culturale del territorio. Gli eventi sono sempre in aumento; i beni aperti e visitabili gratuitamente sono circa 60 e l’edizione del 2013 ha registrato un record di presenze pari a 47.000 persone».
Siete giunti alla settima edizione. Quali le novità rispetto agli scorsi anni?
«Innanzitutto abbiamo deciso di ampliare il periodo temporale della manifestazione facendola durare per ben due settimane, permettendo in questo modo di aumentare notevolmente gli appuntamenti. In secondo luogo ci siamo avvicinati in modo particolare alle tematiche di Expo2015, una realtà che coinvolgerà il nostro territorio in modo diretto fra un anno. Per questo ci siamo concentrati sulle tematiche del cibo, dell’agricoltura, dell’alimentazione e della sostenibilità».
Mercatini bio, prodotti a km zero e gas, sagre, laboratori e conferenze sul cibo, degustazioni e assaggi. Molti i filoni tematici, ma particolare attenzione viene data agli orti urbani. Fenomeno, questo, che si sta ampiamente diffondendo in Italia. Qual è la vostra opinione in merito?
«Il tema degli orti urbani ci sta particolarmente a cuore perché riteniamo sia una tendenza interessante che permette di avvicinare molte persone alla terra, bene sconosciuto e quasi dimenticato, e possono essere anche una fonte di sostentamento da non sottovalutare. In particolare noi daremo particolare rilievo a questa tematica attraverso la realizzazione di due orti, due “zolle Urbane”, così come li abbiamo chiamati: uno a Cesate, riprendendo l’esperienza fortunata già intrapresa lo scorso anno, ed uno a Bollate. Quest’ultimo sarà realizzato all’interno del cortile della biblioteca comunale con una finalità molto precisa, ossia quella di vedere crescere un orto in uno spazio pubblico gestito dall’intera collettività. E’ decisamente una sfida complessa, ma ci piace sperimentare questo modo di portare avanti lo stretto legame fra la terra, la cultura e la tradizione proprio dentro uno spazio abitualmente destinato al sapere. L’orto sarà di tutti e gli ortaggi saranno donati a persone bisognose; chiunque, durante l’anno, avrà la possibilità di dedicare qualche giornata per il suo mantenimento. Si svolgeranno, durante l’anno, numerose attività didattiche con le scolaresche e mensilmente verranno organizzati degli appuntamenti attorno all’orto per parlare di tematiche e problematiche ad esso collegate. Insomma l’orto della biblioteca potrà davvero diventare un luogo di incontro e di scambio per tutte le persone che vogliono ritrovare la passione per la terra e anche per le proprie radici, su un territorio da sempre votato all’agricoltura che oggi, sempre più, sta snaturando la sua identità.  L’obiettivo è di coinvolgere le persone su queste tematiche e, allo stesso tempo, creare un luogo d’incontro dove impegnarsi in qualcosa di utile e produttivo».
Altro importante settore è quello dei percorsi in bicicletta. Una tendenza alla sensibilizzazione del due ruote e, magari, alla intensificazione di piste ciclabili nell’hinterland milanese. Qual è la situazione da questo punto di vista?
«Da molti anni ci siamo resi conto che l’attenzione ai percorsi ciclabili è sempre crescente e nel territorio è notevolmente aumentato il numero delle piste. In particolare dallo scorso anno in occasione dell’evento presentiamo numerosi percorsi, chiamati LET, Landscape Expo Tour: sono itinerari da percorrere in bicicletta o a piedi, che interessano il territorio a Ovest di Milano, attorno all’area Expo, appunto. Sono circuiti ad anello, accessibili a tutti, pensati per il tempo libero e per far conoscere e apprezzare il nostro territorio. Non solo verde, ma anche dimore storiche».
E infatti anche la cultura è protagonista della manifestazione con l’apertura gratuita di circa 60 beni culturali…
«Sì, come dicevamo, la visita gratuita ai beni culturali è stata l’idea che ha fatto nascere l’intero progetto. Ogni anno sono aperti circa 60 beni culturali del territorio che comprendono ville storiche, chiese, santuari, palazzi, musei, realtà agricole e altri beni particolari. A volte abbiamo cercato di aprire beni che sono sempre chiusi durante l’anno e quindi non visitabili o poco conosciuti. Per questa edizione ci sono due novità: il deposito treni di Trenord a Novate Milanese con la sua superficie di 139.000 mq e l’Attrezzeria Scenica Rancati di Cornaredo, famosa per aver dato la propria attrezzatura scenica al cinema, al teatro e alla televisione».
Molti eventi si rifanno alla tradizione contadina della pianura padana. Noi spesso diamo spazio e voce a testimonianze di persone che hanno cambiato vita, tornando appunto all’agricoltura e alla campagna. Cosa ne pensate?
«Vediamo sempre più che nella cintura intorno alla città di Milano si sta assistendo ad un ritorno alla tradizione contadina della pianura padana. Abbiamo conosciuto e frequentato realtà molto interessanti di questo tipo che si stanno realizzando nel nostro territorio. Anche per questo motivo la manifestazione dedicherà alcuni eventi a questo settore specifico. Per esempio, la grande festa in Cascina Tosi, C(o)ulture di stagione, è l’occasione in cui le tradizioni agricole del territorio si incontrano con le culture di tutto il mondo. E poi, un’anteprima mondiale: i Cluster di Expo, ovvero vari spazi espositivi che ospiteranno produttori di diversi alimenti, trasformando la piazza in una vera scacchiera alimentare».

Pubblicato su Il Cambiamento